Un quadro anomalo

Cosa c'è di sbagliato in questa descrizione?

tratto da un lavoro di Stevan Harnad
<http://www.cogsci.soton.ac.uk/~harnad/Tp/resolution.htm>

versione rielaborata in italiano sul sito e-Text
Lettura e scrittura celeste per ricercatori:
Un’anomalia post-Gutenberg e la sua soluzione

liberamente tradotto da Antonella De Robbio

               1. Un novello dottore di ricerca tutto sfavillante si reca da sua madre e con orgoglio le dice che un suo lavoro è stato appena pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica. Lei gli chiede quanti soldi gli hanno dato per questo lavoro. Lui fa una faccia strana e le risponde "niente!" e allora comincia un lungo e complicato discorso nel tentativo di una plausibile spiegazione
               2. Un collega ricercatore della stessa università vede il riferimento a quell'articolo. Si reca allora  in biblioteca per recuperare il testo, ma alla sua richiesta il bibliotecario gli spiega che tal periodico non rientrava tra gli abbonamenti della loro biblioteca, visti gli alti costi di quel giornale "Non possiamo permetterci di acquistare quella rivista. Il nostro budget per  subscription/license/loan/copy è limitato e ovviamente è già tutto impegnato"
               3. Uno studente della stessa università vede lo stesso articolo citato sul Web. Clicca quindi sull'invitante citazione. Il sito dell'editore risponde alla chiamata con richiesta di una password: "Access Denied: Only pre-paid  subscribing/licensed institutions have access to this journal."
               4. Lo studente perde la pazienza, si incavola, e clicca su Napster per scaricarsi un file MP3 del suo CD bootleg preferito per consolarsi.
                                    5. Anni dopo, lo stesso dottore di ricerca è sul punto di essere preso in considerazione per un
                    posto accademico. Le sue pubblicazioni sono buone, ma non sono citate abbastanza; i suoi lavori non
                    hanno raggiunto sufficiente impatto sulla ricerca. Il posto gli viene rifiutato.
 
               6. Stessa cosa succede quando lui prova ad accedere ad un fondo di ricerca. Le sue scoperte scientifiche non hanno avuto sufficiente impatto. Troppo pochi i ricercatori che hanno letto, costruito e rielaborato lavori a partire dai suoi e li hanno citati. Il fondo gli viene rifiutato.
               7. Decide allora di scrivere un libro. La casa editrice declina la proposta di pubblicarglielo "Non si venderebbero abbastanza copie perchè non vi è un numero sufficiente di università con sufficienti soldi per acquistarlo. I loro fondi per le acquisizioni sono tutti impegnati per coprire le spese relative ai periodici, per tener testa all'inflazione delle sottoscrizioni annuali, agli aumenti dei costi delle licenze...."
               8. Allora prova a mettere i suoi articoli sul Web, liberamente accessibili a tutti, al fine di incrementare il loro impatto. Il suo editore minaccia di citare in giudizio lui, il server provider che ospita i suoi lavori per violazione del copyright.
               9. Chiede al suo editore: "Il copyright CHI intende proteggere?" Il suo editore serio risponde: "Proprio  te"


Cosa c'è che non va in questa sequenza?

               (E come mai la madre del dottore che cede a titolo gratuito i suoi lavori  ma che non possono essere fruiti dalla collettività si trova nella stessa barca della madre dell'artista le cui registrazioni non vengono cedute gratuitamente ma vengono comunque scaricate illecitamente?)

Resolving the Anomaly: How a few critical distinctions plus a few simple actions can restore sense to it all
<http://www.cogsci.soton.ac.uk/~harnad/Tp/resolution.htm#Resolving>