Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
5 giugno 1646 - 27 luglio 1684
Giovanni Battista Piranesi
4 ottobre 1720 - 9 novembre 1778

Carteggio inedito elettronico
Metaspaziotemporale
5 ottobre - 14 ottobre 1582



Incipit:

Dice il Martinioni:

La biblioteca dei Corner Piscopia era giunta in possesso del Procuratore di San Marco Zanbattista, il padre di Elena Lucrezia, il quale l'aveva, a quanto dice egli stesso, "raddoppiata". All'epoca di Galileo essa era ancora in formazione: certamente Marcantonio Corner, scrittore di Idraulica, e il fratello Giacomo Alvise, amico di Galileo, fondatore dell'Accademia dei Ricovrati, che si riuniva nel suo Palazzo di Padova, avranno posseduto libri importanti; ma fu il figlio di Giacomo Alvise, Girolamo, padre di Zanbattista e avo di Elena Lucrezia, che costitui l'ampia biblioteca di cui rimane l'inventario, redatto alla sua morte ad istanza della vedova, Caterina Thilmans, figlia di un autorevole membro dell'attiva Colonia fiamminga veneziana. Quella biblioteca, ampliata da Zanbattista, fu poi lo strumento per gli studi della celebre Elena Lucrezia. L'inventario evidenzia circa 2000 titoli. Vi è un completo panorama dello scibile, con netta prevalenza della storia; mancano libri proibiti e mancano anche i manoscritti, della cui esistenza si hanno peraltro notizie certe. Secondo il Montfaucon, che la vide alla fine del secolo, non vi era biblioteca che avesse "tot codices ad historiam Venetianam spectantes" anche se per lo più non superavano "trecentos annos". Egli vide "Oratorum Reipublicae diaria bene multa, historiae bellorum, et alia huiusmodi pene innumera"

 Marino Zorzi "Le biblioteche a Venezia nell'età di Galileo"
da: Galileo e la cultura veneziana, ed.LINT, 1995

The vision and patronage of the Cornaro family provides a window
into the fascinating art and architecture of the Most Serene Republic



 
 
 
 

Library Construction and Renovation

Date: 5 Ottobre 1582 16:08:06 -0400 (EDT)
From: elena_piscopia@technologist.com
To: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
Subject: Re: Ogni cosa riemerge dal passato
 
 

             > Ti ricordi il nostro primo incontro all'ingresso di
                 > S. Giustina Mater?
                 > Mandami un segnale (non acustico).
                 > Reggi il tempo,
                 > se ti riesce
                 > e componi le ore che
                 > restano ancora da osservare ... da lontano
                 > come in una cartolina smarrita

            > Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
                 > "Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo
                 > cambia anche i ricordi...







                    Piu' non ricordo dov'ero, chi ero.
                 Mandami un segnale piu' certo della tua
                 e della mia identita'.
                 Sto cercando di non smarrire
                 la cartolina del tempo che mi regge.
                 Si ricompone ancora dalla nebbia
                che trasforma i ricordi, la soglia di una Mater,
                 l'incontro primo, e ultimo di una serie
                 che non finisce di tornare indietro.
              L'immagine di una chiesa, le ore
                 che una donna laureata (in quale serie prima?)
                 ha infilato come perle in una collana
                 che l'immagine osserva da lontano...

                                                                                > Giovanni Battista Piranesi

On 6 Ottobre 1582 elena_piscopia@technologist.com wrote:

            > Piu' non ricordo dov'ero, chi ero.
                 > Mandami un segnale piu' certo della tua
                 > e della mia identita'.
                 Dal Palazzo guardavo le calli
                 dalle finestre incollate
              non amavo la teologia e tu lo sapevi

         > Sto cercando di non smarrire
                 > la cartolina del tempo che mi regge.
              Quale tempo? Il tempo cambia anche i ricordi
                 Non cercate cio' che e' perduto

                 > Si ricompone ancora dalla nebbia
                 > che trasforma i ricordi, la soglia di una Mater,
                 Non c'era nebbia allora, almeno nei miei pensieri

         > l'incontro primo, e ultimo di una serie
                 > che non finisce di tornare indietro.
                 ma tu chi sei? ho forse sbagliato rotta?
                 amavo le scienze, la musica, l'arte del ricamo

         > L'immagine di una chiesa, le ore
                 > che una donna laureata (in quale serie prima?)
                 > ha infilato come perle in una collana
                 > che l'immagine osserva da lontano...
                 Non cercare di disorientarmi, ormai il tempo e'
                 svanito

               Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
                 "Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo
                 cambia anche i ricordi..."






                    Qui sta scoccando il tempo
                 della presentazione dell'Engineering Information Village.
                 Puoi cercare di disorientarmi (ulteriormente), se vuoi.
                 Fammi (ri)vedere i ricami che ami.
                 Dammi un indirizzo di un'immagine, o un attachment.

                 Il tempo sta trasformando anche la teologia, che forse
                 non amavamo... ma il tempo, ancora, corre...

> Giovanni Battista Piranesi






Date: 7 Ottobre 1582 16:35:48 +0200 (MET DST)
From: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technology.com
Subject: naufragar m'e' dolce dal futuro...
 

             se nel presente sento la tua voce,
                 Lucrezia gia' Corner, del qual Palazzo
            fra le mie calli non riemerge un muro
                 ma un'onda che spaura, o che travolge
                 profondissima, la spaziosa quiete
                 il cui pensier mi finge ancora pazzo...

                         (ho forse sbagliato rotta,
                          come la nostra Elena immagina di se'?)

> Giovanni Battista Piranesi






Date: 8 Ottobre 1582 15:27:02 -0400 (EDT)
From: elena_piscopia@technologist.com
To: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
Subject: Re: naufragar m'e' dolce dal futuro... (fwd)
 
 

             > > se nel presente sento la tua voce,
                 > dal passato torno a ricamar trame
                 > penso ma non sento
                 > canto ma non odo

         > > Lucrezia gia' Corner, del qual Palazzo
                 > nel Palazzo chiusa
                 > come posso nello specchio immaginarmi
                 > infranta
                 > da una finestra cieca?

         > > fra le mie calli non riemerge un muro
                 > e' solo cartapesta

         > > ma un'onda che spaura, o che travolge
                 > > profondissima, la spaziosa quiete
                 > inquietudine m'affonda
                 > e piu' non posso nello spazio
                 > intravvedere i raggi della teoria M
                 > Magia, Mistero o Membrana che sia
                 > andarmene via
                 > nel momento spin
                 > piu' cruciale della mia effimera
                 > esistenza

         > > il cui pensier mi finge ancora pazzo...
                 > pazzo tu sia
                 > ma non ricordare
                 > la Magia incanta
                 > il Mistero rinnova
                 > la Membrana chiude il cerchio
 
 

            > Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
                 > "Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo
                 > cambia anche i ricordi..."






Date: 9 Ottobre 1582 15:10:08 +0200 (MET DST)
From: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technologist.com
Subject: Da Lucrezia a Elena
 

            .... da quel che sembra vero
                 e con la mia scrittura appare ai sogni
                 che intreccia con le immagini
                 e scende nel tuo sonno...

             Voglio svegliarmi, lasciami dormire
                 finche' l'io non si strappi
                 con un colpo di sasso
                 dall'incanto del me, e d'un velo d'ombra
                 su specchi infranti in cui io mi deformo
                 secondo dove scegli di guardarmi,
             altra luna m'illumini lo squarcio!

                 Scioglie la nebbia il sole un bianco sasso
             vi si abbaglia la luna...

                 > Non c'era nebbia allora, almeno nei miei pensieri

                    No! Fa' saltare i grattacieli, immani
                 masse di vetro rette da arditissime
                 strutture di cristallo, che nel vento
                 oscillano, schiacciandomi nel sogno,
                 io gia' rinchiuso nel suo fondo d'onda...

             Se mai mi hai conosciuto
 

                 La tua sfera e' in volo con la mia
                 qualunque ne sia il grado
                 di esistenza fisica...
 

                 Con te nell'uragano
             fuori dell'uragano, ecco ti vedo:
                 la metamatematica in un lampo
                 scompare dal suo cielo
                 si fa reale, vera matematica,
                 quella che non volevo fare mia...

> Giovanni Battista Piranesi

Date: 9 ottobre 1582 18:35:23 +0200 (MET DST)
From: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technologist.com
Subject: Nulla di te la tua scrittura esclude...
 

                 Raddrizziamo lo spin:

                 Sempre caro mi fu quest'ermo colle
                 e questa siepe, che da tanta parte
                 dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

                 Nulla di te la tua scrittura esclude...

> Giovanni Battista Piranesi

Date: 9 ottobre 1582 23:35:23 +0200 (MET DST)
From: elena_piscopia@technologist.com
To: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
Subject: Io non ti capisco
 

              Perche' t'adombri
                 se il cor tuo s'allegra?

                 Non cercar foglie
                 stanche
                 ai rami appese
                 passi dissolti in soglie
                 chiuse

                 L'animo tuo gioisce
                 il pianto infrange l'ombra

                 Non tornar in rimembranze fatue
                 non porto ori o allori ormai
                 dimenticati
                 rubati al tempo che mi e' stato tolto

          Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
                 "Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo
                 cambia anche i ricordi..."








Date: 10 Ottobre 1582 17:13:32 -0400 (EDT)
From: elena_piscopia@technologist.com
To: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
Subject: A palazzo Corner in Venezia

                    > Ma in fondo chi sono?
                 > quella di ieri, di oggi o di domani?
 

dalla casa padovana
 
 

Matilda Joslyn Gage Website: Biographical Dictionary
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
 "Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo cambia anche i ricordi..."
Date: 11 Ottobre 1582 10:26:27 +0200 (MET DST)
From: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technologist.com
Subject: Proprio non ti capisco, mi hai capito in pieno

                    La risposta la sai da sempre:
                 non dirmi che l'hai perduta.

                    > amavo le scienze, la musica, l'arte del ricamo

                    Tu sei la Metastoria, e la Metastorica, e la Farfallina Storica, la Storia
                 della Musica, la Scienza delle Muse, la Divinita' Sfuggente da ogni gabbia
                 umana...

                                                                                               Università degli Studi di Padova: Profilo storico

                 Non dirmi che sei una e trina: c'e n'e' gia' Uno, lasciamolo dove sta.

                    > dal passato torno a ricamar trame
                 > penso ma non sento
                 > canto ma non odo

                 > come posso nello specchio immaginarmi...

                    Sei la trina del tempo rovesciato

             > inquietudine m'affonda
                 > e piu' posso nello spazio
                 > intravvedere i raggi della teoria M
                 > Magia, Mistero o Membrana che sia
                 > andarmene via
                 > nel momento spin
                 > piu' cruciale della mia effimera
                 > esistenza
 

Date: 12 Ottobre 1582 12:40:33 +0200 (MET DST)
From: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technologist.com
Subject: Re: A S. GIUSTINA MATER
 
 

                   .... ovvero teorema del battipalo (di Venezia)

                 o del punto fisso

                 .... come disquisisti con il card. Federico
                 in terra d'Algebra:::

                 03B53  Logics admitting inconsistency (paraconsistent logics,
                            discussive logics, etc.)

 > Giovanni Battista Piranesi








Date: 12 Ottobre 1582 18:06:33 -0400 (EDT)
From: elena_piscopia@technologist.com
To: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>

                    > Mi conforta il passo
                 > che veloce
                 > torna innanzi d'anni andati
                 > ma se non chiama
                 > d'arti
                 > il tempo vano attende:
 

                 > arte non e' scienza
                 > filosofia non e' metastoria
 

                 > la chiave allora
                 > come poi
                 > non piu' serra
                 > ma si spezza
                 > entro mano altrui...
 

                 > la chiave ora
                 > come allora
                 > riapre i cancelli
                 > di ruggine arsi
                 > incandescenti
                 > in chiavi musicali silenziose
 
 

                 > La mente spezza la chiave
                 > la voce si spezza nel canto
                 > e il cancello si richiude pesante
                 > con grida di anelli e bracciali
                 > caduti

                 > Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
                    > "Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo
                 > cambia anche i ricordi..."







Date: 13 Ottobre 1582 09:45:59 +0200 (MET DST)
Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technologist.com
Subject: De structura discorum = restructurando invento
 

> hai finito di mailarmi sempre le stesse frasi?
> inventati qualcosa di new
> O sei come un disco rotto?

No, non ho finito di bailar le stesse farse.
O che non sai che c'e' l'inventio (Campana)
e la dispositio (Ungaretti) [cfr. Giorgio Barberi Squarotti,
Gli inferi e il labirinto] e io tengo per la dispositio?

       Col rottamar si trova
             Piranesi3000








Date: 13 Ottobre 1582 14:40:33 +0200 (MET DST)
From: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technologist.com
Subject: Architetture di Carceri (Possesso versus Accesso)

...Vani segni di confidenza, ohimè! False prove di libertà di spirito, l'uno di fronte all'altro.
C'e' forse nulla di piu' accessibile del Sahara, aperto a tutti coloro che vogliono immergersi in esso? E c'e' niente di piu' chiuso?...

Dopo sei mesi d'una convivenza, d'una comunione di vita quale può offrirla un fortino del sud,
io mi chiedo se la parte piu' straordinaria della mia avventura non sia quella di andarmene domani, verso solitudini inesplorate,

con un uomo il cui vero pensiero mi è certo sconosciuto quanto quelle solitudini,
alle quali gli è riuscito di farmi aspirare...

(da "Atlantide" di Pierre Benoit)

                 >              Naufrago dal futuro
                 >              alla tua Scienza approdo: il tuo Palazzo
                 >              rivede le mie Carceri...

> Giovanni Battista Piranesi








Date: 14 Ottobre 1582 00:13:32 -0400 (EDT)
From: elena_piscopia@technologist.com
To: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
Subject: Re: Architetture di Carceri (Possesso versus Accesso)
 

            > .... Vani segni di confidenza, ohime'! False prove di liberta' di
                 spirito, l'uno di fronte all'altro.

                 Quale fu mai
                 confidenza vana
                 a cercar sguardi
                 mai riuniti
                 come da finestre chiuse e ignare
                 abbassare il capo
                 mi torna
                 stanca in albe da uragano

         > C'e' forse nulla di piu' accessibile del Sahara, aperto a tutti coloro
                 che vogliono immergersi in esso? E c'e' niente di piu' chiuso?...

                 Da una finestra chiusa
                 apriro' la mia mente
                 nuove stanze chiuse
                 mi sconvolgono i presagi
                 aprite i cancelli
                 che io possa tornare indietro!

                 >Dopo sei mesi d'una convivenza, d'una comunione di vita quale puo'
                 offrirla un fortino del sud, io mi chiedo se la parte piu' straordinaria
                 della mia avventura non sia quella di andarmene domani, verso solitudini
                 inesplorate, con un uomo il cui vero pensiero mi e' certo sconosciuto quanto
                 quelle solitudini, alle quali gli e' riuscito di farmi aspirare...

                 Quale uomo puo' mai raccoglierti
                 nella tua solitudine d'ambra... pensa
                 che avventura puo' essere
                 quella per cui ora non valga la pena
                 andarsene oggi
                 piuttosto che domani... indaga
                 straordinario percorrere di vite
                 intrecciate a caso in quotidiane follie... sovvieni
                 di eventi, di silenzi
                 prive di passioni e di rimpianti colme... ignori
                 piuttosto che domani
                 inesplorato pianto... lascia
                 il freddo cancello urlante aprire
                 spalanca il Palazzo che io possa andare!

         >
                 >              Naufrago dal futuro
                 >              alla tua Scienza approdo: il tuo Palazzo
                 >            rivede le mie Carceri...

                 No, piu' non potei guardare
                 le Carceri indietro bruciare
                 dal mio Palazzo le calli chiuse
                 luci accecanti d'interno soffuse
                 logiche astratte in diagrammi d'apparenza
                 inchiodate analisi d'inconsistenza
                 perche' dovrei fermarmi a riveder correnti
                 se scorgo appena il deposito delle menti?
                 Naufrago oltre e l'anima mia s'accora
                 approdo a tratti in limitate sponde
                 in flutti lievi e inaspettate onde
                 e il desiderio antico ancor m'affiora
 

                                                                                        Italian room

                   Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
                    "Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo
                 cambia anche i ricordi..."



 

Date: 14 Ottobre 1582 14:40:33 +0200 (MET DST)
From: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
To: elena_piscopia@technologist.com
Subject: La logica geometrica di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

La logica geometrica di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

ELCP: un luogo dell'antifemminismo?
 

O un luogo dell'immaginario del vecchio e del nuovo secolo, a cavallo dell'Oceano e della Rete?
Un gioco sottile di proiezioni e di mistificazioni, una ricerca di identificazione disperatamente
(o teatralmente?) scavata nelle lastre di Piranesi, terribile cantore di monumentali spazi dei discendenti della gens Cornelia, come già il Sansovino per i Corner della Ca' Granda, ma ora con scoperta illusione rotanti e frastagliati su se stessi attraverso i sentieri nel deserto del MAI (?)
ci ricongiunge ai manoscritti perduti di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, precursori dell'Atlantide di Benoit?

Allora le Carceri non sono i Palazzi dei Corner, e nemmeno il Palazzo di S. Luca o le Procuratie del Padre, procurator per soldi, non sono le vane e costringenti ragioni della gloria della Famiglia e dello Stato, che videro eroina due secoli prima Caterina di Cipro; non sono i luoghi delle monacazioni forzate, come l'ha vissuta e fieramente denunciata Elena Arcangela Tarabotti, di pochi decenni anteriore a Elena Lucrezia...

Non sono, o forse c'entrano, ma piu' intimamente, con la singolar tensione, viva nel '600 come oggi, all'esibirsi come ragione d'essere, spettacolo dunque sono... Da una famiglia di eminenti idraulici, i Corner, emergono dunque The Wall, il MOSE, la Diga... communicationis moenia, ...

L'architetto, naturalmente, è Piranesi (o Goedel?)...
 


Attachment a lettera perduta

G. W. Leibniz's Drole de Pensee
Traduzione italiana
IDEA BIZZARRA PER UN NUOVO GENERE DI
RAPPRESENTAZIONI


"...perchè la mia invenzione contiene l'impiego della ragione intera,
un giudice per le controversie, un interprete delle nozioni, una bilancia
per le probabilià, una bussola che ci guiderà per l'oceano delle
esperienze, un inventario delle cose, una tavola dei pensieri, un
microscopio per scrutinare le cose presenti, un telescopio per indovinare
le lontane, un Calcolo generale, una magia innocente, una cabbala non
chimerica, una scrittura che ciascuno leggerà nella propria lingua;
e persino una lingua che si potrà apprendere in poche settimane,
e che avrebbe tosto corso in tutto il mondo.
E che condurrebbe la vera religione
ovunque essa passasse."

(lettera di Leibniz, 1671)


 

Avevo un pesce nero, anzi tre pesci, anni fa, ma uno era nero, nero come la pece, anzi nero come il peccato, e considerato che era vestito da prete e che lo avevo collocato, assieme agli altri due in una sfera di cristallo sulla scrivania della mia biblioteca matematica...

visto

che era geloso matto della pesciolina bianca che stava sempre nella sfera insieme al rosso Pascal,...

preso atto

che faceva il moralista quando Pascal e la Pascalina si strofinavano le pinne incandescenti...
e che faceva loro prediche su prediche di stampo filosofico…
e che dava i numeri in sequenze strane e disordinate...

allora lo battezzai con il nome di Leibniz.

La Pascalina si innamorò perdutamente del suo abito nero come il peccato e della sua oscura morale, contemporaneamente, in lampo coordinato fu anche colta da passione incoercibile per i pensieri di Pascal e perciò girava tutto il tempo nello spazio angusto della sfera in cerca della sua solitudine, che non riusciva a contenere...

Pascal dileguato dentro una malinconia a cui non si poteva porre rimedio senza dilaniare il tessuto semantico dei suoi pensieri, si lasciò morire di desiderio e di fame, silenziosamente.

La bianca a trasparente Pascalina si abbattè con ferocia ardente su Leibniz in rivolta contro sé stesso, ma lui la scacciò e lei ne morì di disperazione, si lasciò galleggiare per giorni e notti adagiata su un fianco dolorante e incredula.

Leibniz preso da un guizzo folle e disperato, rimasto Unico e Solo si suicidò buttandosi fuori dalla sfera d'acqua abbattendo in un sol colpo tutti i suoi principi etici e religiosi...

Nel tentativo di salvarlo mi avventai con le mani per recuperarlo alla vita, ma mi scappò dalle dita, mi scivolò via come un soffio di vento inafferrabile...la sfera urtata in modo inopportuno andò in frantumi in un'esplosione di vetri e d'acqua, annegando la mia scrivania di carta...

Tra numeri e bolle, ordini e volumi vidi Leibniz che mi guardava aperto dal suo occhio vitreo...

Ciò che restava di tutto era il numero uno, quel numero che segna la differenza dallo zero, che è il Nulla, perchè tra lo zero e l'uno c'è il Tutto e c'è pure l'Infinito che il Tutto contiene e che contiene anche il Nulla...
 


Date: 14 Ottobre 1582 23:59:59 -0400 (EDT)
From: elena_piscopia@technologist.com
To: Giovanni Battista Piranesi <Gio_Piranesi@Altavista.net>
Subject: Re: Libri e geometrie del caos
 

> Tu vivi: e le parole e i libri
> polverizzano il mondo.

nei libri parole vive si muovono
tra la polvere del mondo
 

> E' la geometria del caos: tu sei gia' fuori,
> fuori del libro che si sta compiendo
> di forme matematiche.

e il caos  e' geometria,
un caso d'apparenza
dall'interno del libro incompiuto
posso osservare le forme
in rotazione
fuori
dove l'immagine e' solo dimostrazione
 

> Tu sfogli le mie pagine: e' un incanto
> vederti raccontare
>                    la mia favola.

e sento leggere di numeri e citta'
di uomini e astrazioni
in ricuperi automatici approssimati
 

> La favola del mondo, luce e polvere:

il mondo delle favole s'offusca alla polvere
di magie tradotto
in tomi millenari

> tu mescoli il mio sogno, e si riforma

e le formule riappaiono
nere e faticose
a riformar le membra
in coralli pietrificati

> altra illusione
>                    di geometria.

altri insiemi in lemmi disomogenei
ancora frattali
di fantasia
                  From the book MATH TALK: Mathematical Ideas in Poems for Two Voices by Theoni Pappas
 
 

Il Poema dei frattali
a due voci disgiunte aumenta
rischiara anelli d'acqua scura,
ove la corte rinchiusa ripara
insiemi e superfici s'aprono
invocano il canto
e non è per nulla
autentico
il riferimento a note di tastiera mobile,
su altri piani,
avrebbe voluto cantare forte
ma la voce d'aria
le era soffiata via dagli occhi
muta
ingessate le parole accecate
nel canto
tra suoni inesistenti
e voci annegate
in sintesi meccaniche
 

              They call us
              fractals.
                                 They call us
                                 monsters.

              a rather new
                                 We're young,

                                 mathematical idea.

              They thought us

              useless discoveries.

                                 freaks,

              know to the contrary.

                                 Now mathematicians
                                 know to the contrary.
              Fractals are

                                 the geometry of
                                 nature.

              Snowflakes,
              ferns,

                                 trees
              clouds,
                                 dragons.
              You name it

                                 we can describe it.
              We're fractals-
              geometric.
                                 We're fractals-
                                 random.

              No matter how
              small
              details remains the same.

                                 No matter how
                                 strange
                                 we can formulate it.
              Fractals

              the universe.

                                 Fractals
                                 can paint
                                     the universe.
 

> REGULAR AND CHAOTIC DYNAMICS, INTERNATIONAL SCIENTIFIC JOURNAL
> ISBN 5-901006-58-5
> proposta d'acquisto

ORDINE INOLTRATO: 1998-12-12
CONTROLLO ISBN: NOT CORRECT
 

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Poesie emerse tra le pagine virtuali

La veste

La veste non era poi cosi' leggera
Lenta
rincorreva in cerchi onirici
i suoi passi di vento
in ombre di ghiaccio
... e un canto remoto

Le dita non erano poi cosi' veloci
Assorta
ricamava in quadri astratti
la sua veste notturna
in segni intrecciati
... e cento monete

Lo sguardo non era poi cosi' leggiadro
Presente
descriveva in trigonometrie piane
il suo codice astrale
in mattini assolati
... e mille bicchieri

Ma la veste si strappa
con le dita di ghiaccio
non puo' proseguire
nel tracciare il percorso;
il suono non s'ode nel canto
muto, spezzato;
nel codice astrale
smarrisce la trama
si perdono le cento monete;
cadono a terra i mille bicchieri


Lucrezia cammina lungo le vie di
citta` ignote
mi sai dire tu chi e`
cosa pensa
cosa sogna
il giorno calmera` il ricordo
solo la spiaggia placa la tempesta
Immagina di dormire a lungo
verso soli inesplorati
blu e gialli di luce torrida
Dove?
 


Cipro

Non fu nell'isola
a calar della sera
che percepì i ricordi
e cauta nell'acqua li dissolse

e nemmeno in rigido sole
al mattino
dell'isola non colse
poco più che un granello

all'isola tornò
in incantesimi rabbuiati
la notte di fango
in pietra nera incatenata

fu solo poi
che per l'isola pianse
lacerata in grida trattenute
gialli soffi di cielo a oriente
 

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
"Non cercate cio' che e' perduto. Il tempo
cambia anche i ricordi..."


 

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