Visualizzazione di una Curva Cubica Complessa
Ricordiamo che ogni curva cubica complessa non singolare è proiettivamente
equivalente ad una cubica di equazione affine Y2 = X (X − 1) (X − c), per qualche numero complesso c (diverso da 0 e 1).
Consideriamo, a titolo di esempio, la cubica C di equazione (*) Y2 = X (X − 1) (X − 2). L'insieme dei
punti del piano affine reale le cui coordinate soddisfano tale equazione è rappresentato nel grafico seguente
Naturalmente quello che si vede in questo grafico è solamente la parte reale della curva C; ci sono infiniti altri punti che soddisfano l'equazione (*) le cui coordinate sono
numeri complessi. Ci poniamo ora il problema di rendere visibile, almeno parzialmente, la parte non reale della curva C.
Consideriamo dunque coordinate complesse ξ e η e poniamo ξ = X + i Y e η = Z + i W, ove X, Y, Z e W sono coordinate reali (e
ove i indica una radice quadrata di −1).
L'equazione (*), in coordinate complesse, diventa η2 = ξ (ξ − 1) (ξ − 2) la quale, dopo aver sostituito le espressioni ξ = X
+ i Y e η = Z + i W e dopo aver separato la parte reale da quella immaginaria, si traduce nel seguente sistema di due equazioni nelle quattro indeterminate X,
Y, Z e W: Z2 − W2 − X3 + 3X2 + 3XY2 − 2X − 3Y2 = 0
2ZW − 3X2Y + 6XY + Y3 − 2Y = 0 Queste sono dunque le equazioni della "curva" C in R4, nell'identificazione di
R4 con C2 data da (X, Y, Z, W) → (ξ, η). Dal punto di vista reale la curva complessa C è dunque una
superficie in R4 (cioè ha dimensione 2 sul campo dei numeri reali).
Naturalmente non possiamo visualizzare direttamente un oggetto immerso in uno spazio quadridimensionale! Tuttavia possiamo considerare, ad esempio, la proiezione π :
R4 → R3, (X, Y, Z, W) → (X, Y, Z) L'immagine della superficie C tramite π
è una superficie immersa nell'usuale spazio tridimensionale reale R3; questa può dunque essere visualizzata.
A questo punto il problema che dobbiamo risolvere è quello di determinare l'equazione della superficie π(C) in R3 note le equazioni di C in
R4. Dato che la proiezione π è definita da π(X, Y, Z, W) = (X, Y, Z), tutto quello che dobbiamo fare è
"eliminare" l'indeterminata W dalle equazioni di C (perché?). Ricaviamo dunque W dalla seconda equazione e sostituiamo l'espressione trovata nella prima. Dopo un po' di
calcoli si ottiene la seguente equazione: 9X4Y2 − 36X3Y2 + 4X3Z2 − 6X2Y4 +
48X2Y2 − 12X2Z2 + 12XY4 − 24XY2 − 12XY2Z2 + 8XZ2 + Y6 −
4Y4 + 4Y2 + 12Y2Z2 − 4Z4 = 0 Il luogo delle soluzioni di questa equazione è dunque la proiezione della curva complessa
(cioè della superficie reale) C in R3. Questo luogo geometrico può essere ora facilmente visualizzato con l'ausilio di un calcolatore.
Con il software MAPLE, ad esempio, basta dare i seguenti comandi:
> F := 9*X^4*Y^2 - 36*X^3*Y^2 + 4*X^3*Z^2 - 6*X^2*Y^4 + 48*X^2*Y^2
- 12*X^2*Z^2 + 12*X*Y^4 - 24*X*Y^2 - 12*X*Y^2*Z^2
+ 8*X*Z^2 + Y^6 - 4*Y^4 + 4*Y^2 + 12*Y^2*Z^2 - 4*Z^4;
> with(plots):
> implicitplot3d( F = 0, X = -2..3, Y = -4..4, Z = -4..4,
grid = [20,20,20],
orientation = [-53,70]);
per ottenere il seguente risultato:
Come si può vedere il risultato non è molto entusiasmante!
Delle immagini molto più dettagliate e realistiche si possono ottenere utilizzando un software di raytracing come, ad esempio, POVRAY.
(cliccare sulle immagini per una versione ad alta risoluzione)
Nell'immagine di sinistra è rappresentata una porzione della superficie π(C). La superficie stessa è parzialmente trasparente, in modo da poter vedere anche le parti
nascoste. Si noti la presenza di "autointersezioni"; queste sono dovute alla proiezione π da R4 a R3. In realtà la superficie C in
R4 è non singolare, ma quando essa viene proiettata da R4 a R3 due punti che differiscono solo per la coordinata W hanno la
stessa immagine; questo genera le "autointersezioni" visibili nelle figure precedenti. La parte della superficie evidenziata in rosso è la sezione reale della curva complessa C
(cioè la sezione ottenuta ponendo Y = 0 e W = 0). Questa sezione è precisamente quella mostrata nel primo grafico, all'inizio di questa pagina.
Nella figura di destra, per permettere una visione migliore, è stata rimossa la metà anteriore della superficie (quella corrispondente a Y < 0).
(Per chi fosse interessato, forniamo il codice Povray usato per ottenere le figure precedenti).
Infine, se si hanno a disposizione degli occhiali 3D (quelli con lenti rosse e blu
), è possibile vedere una versione tridimensionale (anaglifo) della figura precedente (questo anaglifo è stato ottenuto con il programma
Callipygian).