--------------------------------- Commenti sull'uso dell'italiano da parte di studenti universitari di facolta` scientifiche. --------------------------------- Il destino usuale degli studenti in facolta` scientifiche e` di non scrivere in italiano per alcuni anni, eccezion fatta per gli appunti presi a lezione che sono spesso un collage di formule connesse da qualche parola in italiano, senza una struttura grammaticale compiuta. Il risultato e` una perdita notevole (e veloce) della capacita` (evidentemente fragile) di produrre un testo in lingua italiana che sia corretto, intelliggibile e di scorrevole lettura. Si nota gia` negli esami scritti: le frasi in sospeso (senza soggetto o verbo), le frasi in cui si cambia repentinamente soggetto (ma in cui "e` chiaro quello che volevo dire", di solito molto diverso da quello che si e` scritto), le frasi in cui si accumulano parecchi "perche'" uno dietro l'altro (e in cui non si capisce piu` chi sia il perche' di cosa), il (dis)uso dell'odiato congiuntivo, o del condizionale. Difficile correggere dei compiti senza trovare esempi di tutto questo, e molto di piu`. Un caso a parte la decisione di non scrivere proprio nulla, se non una sequenza di formule e calcoli; nessuna spiegazione; resta al povero lettore il compito di "capire" che cosa lo studente intendesse farne, di tutti quei numeri. Qualche anno dopo, di fronte all'esigenza di scrivere una tesi, la situazione puo` essere tragica; la perdita di questa capacita` linguistica diventa evidente, e spesso irrimediabile; c'e` bisogno di qualcuno che corregga il testo, come se si scrivesse in una lingua straniera, in cui non si gestisce bene la struttura della frase. --------------------------------- Non so dire che cosa si possa fare per evitare questo tipo di deriva; pero` mi sembra che un buon consiglio possa essere questo: continuare (o iniziare) a leggere testi che non siano solo i testi di studio dell'universita`, che nelle facolta` scientifiche sono quasi necessariamente pieni di formule che spezzano la continuita` delle frasi, e non costituiscono certo un esempio di uso di una lingua. Consiglierei dunque di leggere (anche) dei romanzi o dei saggi che permettano di mantenere il contatto con un italiano scritto di un buon livello, non assogettato alle esigenze di un testo scientifico. Per esempio: L. Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore. D. Buzzati, Un amore. I. Calvino, I nostri antenati: Il cavaliere inesistente, Il barone rampante, Il visconte dimezzato. Ma credo che la letteratura italiana dell'ultimo secolo, quello appena passato, offra moltissime possibilita` a chi sia disposto a leggere.