C-CAPPUCCETTO ROSSO (C-Capuchon Rouge)
(versione aggiornata al 23/10/1996)
Per gentile concessione dell'IBI, International Barbecue Institute.
A cura di Carlo S., Corrado M., Daniele G., Fabio G., Giovanni S., Marco D., Maurizio P., Paolo D.
Capitolo I
C'era una volta nel dominio di Re z, la piccola (a piacere) C-cappuccetto
Rosso. Ella derivava da una famiglia di alto rango, ma una serie di
sventure, assolutamente convergente, si era accumulata intorno alla sua
casa, e così C-cappuccetto Rosso viveva definitivamente in miseria, con la
mamma, una superficie di Riemann di genere $g>0$. Esisteva un unico parente
(oltre alla mamma) di C-cappuccetto Rosso, ed era la vecchia nonna, una
cubica gobba ormai meromorfa, che viveva isolata dal mondo assai distante
dal nucleo del paese.
Nonostante la situazione abbastanza complessa, C-cappuccetto si divertiva
passando il tempo a costruire castelli di carte locali ed a fare passeggiate
a caso per campi finiti con le sue amiche del Ker: Rotilde e Mutilde.
Un bel giorno però, la mamma di C-cappuccetto Rosso chiamò la figliuola:
``C-cappuccetto, vieni assolutamente qui!''
Preso il suo ciclo, C-cappuccetto corse verso la casa; salì la funzione a
gradini fino al piano della mamma (senza alcuna fatica, perché la derivata
era quasi ovunque nulla), e arrivò , come al solito, puntuale.
C, presa in braccio la figlia, le disse:
``Vedi C-cappuccetto, l'idea è questa: dovresti caricarti di questo peso da
portare alla nonna, che ha subìto un'operazione ed è molto malata. Si tratta
semplicemente di tutte e sole queste cose: un paio di tori (o ciambelle se
preferisci), una bottiglia di Klein -l'iperalcolico che non ubriaca-,
qualche polinomio omogeneizzato, un litro di latte fattorizzato, uno yogurth
compatto, una scatola di uova, un po' di pane integrale con lo Spec, e, al
limite, qualche altro elemento a completamento dello spazio.''
C-cappuccetto, che non era una bimba molto indipendente, rimase turbata:
fino ad allora, infatti, non si era mai allontanata da casa, per lo meno non
più di un (piccolo quanto Vuolsi, il piccolo folletto amico del fattore).
Perciò l'idea di dover passare chissà quanti giorni lontana dalla mamma la
terrorizzava:
``Ma mammina, io non voglio separarmi da te!''
``Per Hausdorff, lo devi fare!''
``Mi perderò !''
``Oh Dio fanto... Ma figlia degenere, come puoi perderti se la strada è
unica a meno di un unico isomorfismo, fors'anche bianalitico! Comunque,
guarda,''
continuò C, porgendo alla figlia un atlante massimale con lo schema della
regione,
``con questo non ti perderai di certo.''
C-cappuccetto era sul punto di decomporsi in lacrime, ma la decisione della
mamma era radicale, ed ella fu irresolubile. Alla fine, la vista della madre
così adirata -la stessa madre che C-cappuccetto aveva sempre pensato essere
il suo ideale massimale- lasciò la piccola senza parole, e con un lieve
cenno della testa, ella acconsentì ad intraprendere il cammino.
Capitolo II
Il mattino seguente, di buon'ora, C-cappuccetto si sollevò , si rivestì dei
suoi jeans (i suoi amati Beppo Levi Strauss!) e, preso il suo insieme di
cose, andò dalla madre per salutarla un'ultima volta.
``Santa pace, C-cappuccetto!'', le disse C, ``non ti sei pettinata neanche
oggi!''
``Lo sai benissimo che non posso. Comunque mi sono fatta le trecce.''
``Eh, questo è proprio un punto fisso che non vuoi levarti dalla testa.'',
concluse C.
C'era sempre stata, infatti, divergenza di vedute tra loro su questo
argomento.
E mentre diceva queste parole, la figlia già stava uscendo per iniziare la
sua traslazione.
C-cappuccetto aveva percorso solo una piccola parte del cammino che la
aspettava, quando incontrò lui: sua maestà Re z, che, con la sua corona
circolare in testa, passeggiava nei campi con il suo mantello raffinato,
orlato di code di Laurent. Dovete sapere, cari lettori, che Re z, uomo
dotato di uno straordinario realismo, odiava tutto ciò che era immaginario,
ma, nonostante ciò , aveva un debole per C-cappuccetto Rosso.
``Così piccola, così fedele, così uniformemente convessa, che tenerezza mi
fa!''
pensava.
Visto l'aspetto negativo della fanciulla, il Re le si accostò e le domando
cortesemente cosa mai avesse potuto renderla così triste. Quando
C-cappuccetto gli fece l'analisi della situazione, Re z esclamò :
``PerdindirinDini, questa proprio non ci voleva! Non sai che proprio oggi è
scappato il terribile Mostro, e pare che si sia rifuguato proprio nel bosco
che devi attraversare?''
Mentre diceva queste parola, il Re accarezzava dolcemente la piccola.
``Che bell'anello!''
esclamò C-cappuccetto.
``L'anello!''
gridò il Re,
``ecco l'unica soluzione possibile! Ecco... prendilo, ma... attenta! Non è
un anello normale, bensì un anello unitario magico costruito nella terra di
Noether un miliardo di anni prima che tu fossi generata. Se ne avrai
bisogno, occorre e basta che tu lo metta all'indice e, subito, diverrai non
visibile da destra...''
Detto questo, il Re si allontanò e C-cappuccetto rimase di nuovo sola, ma
aveva ormai ricevuto da questo incontro un'iniezione di fiducia.
Capitolo III
Poco dopo C-cappuccetto si trovò di fronte ad un punto di biforcazione: due
frecce su un tableau indicavano direzioni opposte: ''SE'' e ''SOLO SE''. La
piccola C-cappuccetto, che era dotata di un'intelligenza discreta, non si
fece prendere dal panico, ma si mise con calma a studiare l'orientazione.
Osservò la prima freccia con attenzione... fece una piccola riflessione... e
poi osservò la seconda.
Dopo pochi attimi, giunta alla conclusione che, per
l'assioma della scelta, non poteva evitare di decidere, necessariamente
continuò il suo cammino per il ''SOLO SE'', imprecando contro Zermelo e i
suoi affini.
La bambina giunse così in una foresta piena di alberi, ricchi di rami,
ramificazioni, nodi e radici di tutte le forme, dove il cammino si faceva,
inevitabilmente, sempre più complesso, suscitando in C-cappuccetto una certa
apprensione. Ella, infatti, non era pratica della regione e si chiedeva
indecisa, se fosse meglio visitare il bosco in ampiezza o in profondità .
Era anche turbata dalle leggende che aveva udite su quella foresta. In
particolare temeva di incontrare Tarjan, l'uomo-scimmia, o l'albero M-ario,
che si diceva fosse mentalmente sbilanciato, o altri strani e misteriosi
personaggi.
Intanto si approssimava, lentamente, ma continuamente, lo spettro della
notte, ed il cielo cominciava ad oscularsi. C-cappuccetto decise di fermarsi
nel punto in cui si trovava, che in fondo non si differenziava da quelli
dell'intorno.
Da quando era partita da casa, la bimba non aveva ancora mangiato nulla,
perciò , preso un divisore, bisecò un toro (lasciandone una parte intera per
la nonna) e lo divorò con voracità . Dopo questo piccolo pasto, adagiato il
suo corpo su una superficie regolare, si ricoprì con la sua mantissa e si
immerse nel sonno più profondo.
Il mattino successivo C-cappuccetto si risvegliò , ovviamente non si pettinò
, e riprese di buona lena a camminare nella speranza di giungere al più
presto dalla nonna.
Ella aveva appena compiuto pochi passi, quando si trovò faccia a faccia con
il Mostro. Era l'essere più orribile e spregevole che lei avesse mai visto:
aveva un corpo enorme dalle forme estremamente multilineari, tanto che
inizialmente ella ipotizzò che fosse addirittura illimitato.
''Haar... Haar... Gr... Gr...''
ruggì il Mostro con fare minaccioso.
''No... non f-fa... farmi del ma-male...''
disse la bimba, non sapendo che il Mostro aveva molta fame e che la sua
caratteristica era di mangiare solo carne umana.
Improvvisamente il Mostro si avventò con gran potenza su C-cappuccetto, ma
ella, con un rapido scarto laterale destro, sfuggì alla presa. Proprio
quando la piccola temeva di non avere speranza di salvezza, si ricordò
''L'anello!'',
e mentre il Mostro diceva:
''Che fai? Tanto non hai scampo!'',
ella estrasse l'oggetto dalla tasca, lo infilò all'indice e, poiche' il
Mostro era costantemente alla sua destra, svani'.
Grazie a questa scelta determinante C-cappuccetto riuscì a fuggire nella
direzione del sentiero verso la casa della nonna, mentre il Mostro le
gridava dietro, imprecando e bestemmiando:
''Fermat! Ah, ma porco Gauss! Non la passerai liscia, le nostre strade si
reintersecheranno!!''
''Ma va all'infinito!''
gli urlò di rimando C-cappuccetto, che era ormai sufficientemente lontana.
Degli altri eventi che avvennero durante il cammino (non certo minimale) nel
bosco, miei cari lettori, non vi racconterò per non tediarvi più di quanto
non abbia fatto fino ad ora. Vi basti sapere che la nostra cara
C-cappuccetto non ebbe altri grossi problemi da risolvere e seppe sempre
districarsi con arguzia.
Capitolo IV
Giunta al bordo del bosco, C-cappuccetto raccolse un bouquet di S per la
nonna e li riunì con qualche spiga in un fascio, legato col suo nastro di
Moebius per Capelli. Poi, facendo riferimento al foglio con l'indirizzo
(generale) della casa della nonna, lesse:
''Weier Strasse, no. e''.
Prese quindi l'autobus $(1+1/n)^n$ e, per $n$ tendente ad infinito, giunse a
destinazione.
Frattanto il Mostro, introdottosi contro ogni norma all'interno della casa
della nonna, l'aveva divorata in uno ed un sol boccone, così che -è ovvio!-
la sua pancia era diventata decisamente iperellittica. Poi il Mostro, mentre
si stava preoccupando di non lasciare alcun residuo e alcuna traccia prima
di fuggire, sentì dei rumori provenire dall'esterno. C-cappuccetto era
infatti giunte davanti alla porta , che era rimasta aperta.
Presso la gabbia dei piccioni, vide una freccia con scritto ''in'', quindi
entrò . Alla base della scala un'altra freccia con la scritta ''su'' (che
aveva funzione indicatrice) segnalava i gradini.
La bimba esitò un tempo
infinitesimo, perche' sentiva un suono non normale... ma si'! Si trattava
proprio del primo disco unitario del complesso di de Rham!
''Che strano,''
pensò C-cappuccetto
''questa musica non è il Roch'n'Rolle che la nonna ascolta quasi
ovunque...''
Mentre era immersa in questi pensieri, venne assalita dal Coker della nonna,
che risultava spaventato e abbaiava
''Erf! Erf!''
La piccola si liberò dell'animale, salì le scale con alcuni salti finiti e,
giunta al punto di massimo, davanti alla frontiera della camera, stazionò un
momento e poi bussò alla porta.
Intanto il Mostro, che era all'interno, comprese la situazione e, pensando
di poter integrare il suo pasto, si rivestì con gli abiti della nonna e si
pose iniettivamente nella sua giacitura. Poi, falsificando la voce disse:
''Avanti, è aperto.''
C-cappuccetto si introdusse nel sottospazio e salutò quella che credeva
esserela nonna. Trovò subito, però , che c'era qualcosa di non conforme, di
singolare. I vestiti, ad esempio. Era evidente che non erano della misura
giusta, tanto che la nonna sembrava aver subito una orribile deformazione.
Timorosa si avvicinò alla base del letto e guardò localmente in un intorno.
Su un supporto erano ben posti alcuni moduli e quaternioni, in un angolo
giacevano appoggiati su un sostegno un proiettore, una grossa somma di
denaro, ed un mazzo di carte locali.
Ampliando lo sguardo a tutto lo spazio
ambiente, ella notò , appoggiato ad una parete, il piano su cui la nonna
amava suonare le sue composizioni. Infine vide la finestra (chiusa) da cui
si ammirava un panorama assai surgettivo, un rettangolo applicato al muro
con la scritta ''Hom sweet Hom'' e il pavimento come sempre ricoperto da
mattonelle triangolari. Apparentemente era tutto in ordine.
C-cappuccetto si orientò verso la nonna e, notando che si era differenziata
molto dall'ultima volta che si erano intersecate, esclamò :
''Che corpo grande che hai!''
''E' per avere più scalari, piccina mia!''
rispose con prontezza il Mostro.
''Che dimensione enorme che hai!''
''E' per avere più sottospazi, bambina mia!''
''E che cardinalità superiore al numerabile che hai!''
''E' per averti come sottoinsieme, bocconcino mio!''
e, saltando fuori dal letto, il Mostro si avventò su C-cappuccetto Rosso,
convergendo da sinistra verso di lei, più veloce di un fattoriale.
La
bambina, non potendo sfruttare il potenziale dell'anello unitario, fu
divorata dal Mostro totalmente (e quindi anche assolutamente, uniformemente
e puntualmente).
Capitolo V
A questo punto il Mostro, avendo inviluppato anche C-cappuccetto, sentì
necessario un pò di riposo. Ascoltando un $L^p$ con la Norma di Bellini, si
distese sulla giacitura e, in un breve periodo, si addormentò .
In quel momento, passò in un intorno della casa l'incredibile Zorn, uno dei
maggiori esponenti del gruppo de ''I Cinque''. Era un essere di origine
incognita, sempre a caccia di diagrammi. Avendo notato che la porta era
aperta, ebbe per un istante il problema della scelta sul da farsi, ed
essendo un uomo assai razionale, riflette' per un intervallo e decise di
salire al piano superiore.
Giunto di sopra si affacciò nel locale. Era illuminato debolmente, ma Zorn
riconobbe senza alcun dubbio la faccia del Mostro.
''Che figlio di Minkowsky!''
disse tra se', e al grido di
''Se c'e' un minimo di giustizia a questo mondo, perirai!''
incoccò una freccia biunivoca al suo arco e la scagliò contro il Mostro,
colpendolo al Ker.
Con un movimento rigido Zorn gli fu addosso. Ne nacque
una gran convoluzione, un corpo a corpo furibondo. Il Mostro era
irriducibile, ma, al limite, Zorn spezzò la sua resistenza e lo ridusse ai
minimi termini con l'aiuto di due carabinieri (in uniforme), uno a destra e
uno a sinistra, che convergevano in quel punto.
Con catene, corde e molti
nodi, i tre resero il Mostro, ormai nilpotente, solidale con la giacitura.
Poi, con un operatore di passaggio alle interiora, estrassero dal suo ventre
C-cappuccetto Rosso e la nonna, fortunatamente ancora Vitali e in forma.
La loro gioia fu iperbolica, e ricoprirono Zorn di ringraziamenti per la sua
azione determinanante. Per festeggiare banchettarono con quello che aveva
portato C-cappuccetto e anche con qualcosa di più consistente, come la pasta
alla matriciale e un Millefogli, prodotto dell'applicazione della nonna, il
tutto integrato dal contenuto della bottiglia di Klein, per brindare
all'avventura ormai finita.
Epilogo
La mattina seguente tornarono tutti in gruppo al dominio di Re z.
L'incredibile Zorn e la mamma di C-cappuccetto Rosso si coniugarono. Ci fu
una festa di dimensione infinita, con una gran varietà e molteplicità di
invitati, nella quale Re z fece una gran distribuzione di premi e
onoreficenze.
C-cappuccetto Rosso, la mamma, l'incredibile Zorn e la nonna divennero una
famiglia molto compatta, e vissero, definitivamente, felici e contenti.
q.e.d.
Nicolas Barbecue